Si è svolto oggi nella sala Nugnes di Via Verdi un dibattito aperto sulla Città Metropolitana, promosso e moderato da Emilia Leonetti, con la partecipazione di Umberto de Gregorio, del prof. Alberto Lucarelli, del prof. Raffaele Porta e dell’Assessore Provinciale Francesco De Giovanni.
Sono intervenuti, tra gli altri, l’arch. Isabella Guarini e, per conto di Cittadinanza Attiva in difesa di Napoli, Lucio Mauro, Manfredi Nappi, Bruno Palazzo ed Enrico Pennella.
Riportiamo qui alcuni tra gli aspetti più interessanti emersi dal dibattito.
Il Prof. Porta ci ha informati che le città metropolitane sono entrate in commissione in 10; sono uscite in 18 perché si sono aggiunte strada facendo Bergamo, Brescia, Trieste, Verona, Salerno, Palermo, Messina e Catania. Si pensi che le città metropolitane in tutt’Europa sono appena 20 (in Spagna Madrid e Barcellona, in Austria Vienna, in Francia Parigi e Lione, in Gran Bretagna Londra, in Olanda Amsterdam e Rotterdam, in Germania Berlino, Amburgo, Monaco, Stoccarda e Francoforte, ecc.). Ha aggiunto poi che la Corte dei Conti ha severamente bocciato l’impianto, che a suo giudizio genera un caos normativo e una sovrapposizione di poteri, mentre non è misurabile a priori l’eventuale risparmio.
Il Prof. Lucarelli ha spiegato che le strade percorribili sono, secondo legge, due: l’automatismo da sindaco a sindaco metropolitano fino alla durata del mandato da sindaco (e non più fino al 2017 come ipotizzato in precedenza), oppure l’elezione indiretta da parte dei sindaci. Non è però chiaro se la decisione sarà in facoltà delle singole città metropolitane o verrà sancita dalla legge un criterio univoco per tutte.
L’assessore De Giovanni ha espresso le sue perplessità sull’abolizione delle provincie, basandosi sul concetto che si tratta di enti virtuosi, molti dei quali svolgono servizi utili e chiudono bilanci positivi. Sarebbe più adeguato rivedere le competenze delle Regioni che invece procurano voragini incontrollate. L’osservazione è stata largamente condivisa dalla platea.
L’intervento di De Gregorio ha provocato qualche spunto polemico su due considerazioni: meglio una legge imperfetta che nessuna legge. Ma soprattutto quando ha affermato che il PD sarà costretto a forzare la mano, su questa legge, perché, stando ai sondaggi, la maggioranza degli italiani chiede l’abolizione delle provincie. Istintiva la replica che, se si dovesse legiferare sull’onda dei sondaggi, il Parlamento dovrebbe eliminarsi da solo.
Va aggiunto che ogni città metropolitana potrà dotarsi di un proprio statuto, in tema di modalità di funzionamento.
Come già è emerso in precedenti occasioni, la platea si è mostrata divisa sull’opportunità dell’automatismo: favorevoli solo i sostenitori di de Magistris, contrari tutti gli altri.
Dopo una nutrita serie di interventi, il Prof. Porta ha concluso il dibattito con una sua personale riflessione: a suo avviso, stante l’attuale situazione politica molto confusa, difficilmente la legge verrà approvata ponendo la fiducia, e probabilmente non troverà la luce così com’è stata strutturata.
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