Il giorno 13 agosto 2013 sono state approvate 28 delibere di Giunta Comunale, numerate da 618 a 645. Giorno molto sospetto, con la città distratta e in ferie. Non sappiamo se siano mai state pubblicate nell’Albo Pretorio, ma, se è stato fatto, non v’è dubbio che vi sono rimaste affisse per molto poco tempo. Noi ne siamo finalmente venuti in possesso.
Le abbiamo esaminate tutte. Si tratta di argomenti estremamente delicati, e questo lascia capire i motivi a monte di tanta riservatezza da parte di Palazzo San Giacomo. Cercheremo di commentarle, ma cominciamo con la prima: la delibera numero 637, che vi pubblichiamo interamente a margine di quest’articolo.
A lungo abbiamo cercato quest’anello mancante ai nostri ragionamenti, che da tempo provano a dimostrare che de Magistris non ha minimamente desistito dall’intenzione di intervenire pesantemente su Via Caracciolo e Via Partenope: lo abbiamo trovato.
Partendo dagli esiti della ricerca condotta dal Dipartimento di Progettazione urbana e urbanistica dell’Università degli studi di Napoli Federico II (di cui, salvo errore, fa parte l’assessore Piscopo), in questa delibera si stabiliscono le linee guida per la riqualificazione delle due strade più importanti di Napoli. La cosa più preoccupante è il collegamento diretto che viene precisato tra quest’intervento e i fondi destinati dall’UNESCO al Centro Storico di Napoli, con l’espresso riferimento all’architetto Ferulano, dirigente comunale. Vi riportiamo qui di seguito alcuni passi molto significativi della delibera:
“Ferma restando la necessità di un documento preliminare complessivo, si ritiene opportuno articolare la riqualificazione del litorale da largo Sermoneta al Molosiglio in tre ambiti di intervento, a partire dalla lettura morfologica operata:
1. da largo Sermoneta a Piazza della Repubblica;
2. da Piazza della Repubblica a Piazza Vittoria;
3. da Piazza Vittoria al Molosiglio”
“Recuperare lo storico rapporto di relazione con il mare del quartiere Chiaia e dell’intera città di Napoli”
“Ripristinare la passeggiata a mare della litoranea Mergellina-Via Caracciolo-via Partenope attraverso un restauro urbano che annulli il degrado a lungo determinato dall’utilizzo stradale del lungomare” (!!!)
“Riconquistare un sistema di spazi pubblici da destinare all’uso ciclopedonale e al tempo libero”
“Rafforzare il ruolo turistico e simbolico del lungomare, per favorire lo sviluppo economico e il benessere della città, dei napoletani e dei turisti”
“Riqualificare gli spazi pubblici delle strade e delle piazze, con la realizzazione di pavimentazioni, arredi e impianti confacenti al valore storico, architettonico e paesaggistico del lungomare”
A questa delibera sono allegate 167 tavole di cui abbiamo chiesto esibizione.
Non c’è dubbio che queste affermazioni preludono alla chiusura definitiva di Via Caracciolo e Via Partenope, in ossequio alla fissazione ostinata di de Magistris, che, anziché impegnarsi nella riqualificazione di un’intera città che versa in condizioni disastrose, persevera nell’impegno scellerato di distruggere per sempre le più belle strade di Napoli.
Questo genere di progetti non può essere discusso di nascosto un 13 agosto, profittando della distrazione e dell’assenza di mezza città. Questi progetti vanno sottoposti al giudizio di tutti, perché riguardano cambiamenti epocali della vita quotidiana di tutti noi e perché stravolgono un secolo e mezzo di storia di Napoli. Senza dimenticare che il Centro Antico, che corrisponde orientativamente ai Decumani e dintorni, pretende un utilizzo corretto dei fondi stanziati dall’UNESCO, e non certo inutili interventi su zone che, pur facendo parte del Centro Storico, non abbisognano di nulla.
Questa sarebbe la “casa di cristallo” di de Magistris? Non ci siamo affatto. Questa è una casa opaca.
Cittadinanza attiva in difesa di Napoli tornerà prestissimo sull’argomento. La città deve, e sottolineiamo deve, essere messa preventivamente e tempestivamente al corrente dei progetti megalomani di de Magistris. Noi faremo la nostra parte. Fino in fondo. Se necessario, anche impedendo fisicamente la posa di una sola pietra.
Purtroppo non c’era da aspettarsi altro. Prepariamoci ad una solida opposizione a iniziative così sconvolgenti per il tessuto della nostra città.