La pazienza dei napoletani è vicina al collasso. La Cumana offre corse ogni 40 minuti, quando va bene, ed ha eliminato il capolinea di Torregaveta, arretrandolo a Pozzuoli. La Circumvesuviana non offre molto di più, ed anche i viaggi sono a rischio se capita di incappare in una banda di teppisti. La linea 1 della Metropolitana è presa d’assalto perché l’Amministrazione, pur di assicurare prossimamente corse ogni 10 minuti fino alla Stazione Garibaldi, ha deciso di accorciare i convogli da 3 a 2 vetture; né si può immaginare un miglioramento nell’immediato, in quanto occorrerebbero almeno 10 treni, costo 100 milioni che non ci sono. La linea 2 delle FFSS funziona a singhiozzo, quando funziona. ANM ha 350 unità disponibili, a dispetto delle 550 promesse ripetutamente da de Magistris per settembre (ma nessuno dubitava che sarebbe stata solo una boutade, come si è poi rivelata); né può confortare la promessa di immettere 10 nuovi bus da 9 metri, cioè meno di un palliativo che non migliora il servizio complessivo di una virgola.
Naturalmente, di fronte a questa catastrofe nel trasporto pubblico, il cittadino è forzato, volente o nolente, ad utilizzare l’autovettura privata. Tuttavia, l’alta pressione ha comportato un picco nelle polveri sottili PM10, come rilevato dalle centraline ARPAC, e l’Amministrazione, per evitare le sanzioni di Bruxelles, si è vista costretta ad assumere pesanti provvedimenti per la circolazione, inibendola completamente, nella scorsa settimana (con le consuete eccezioni per gli autoveicoli non inquinanti). Visti i risultati pressoché nulli, da martedì è stata ripristinata l’antica circolazione basata sul pari e dispari. Inutile dire che anche in questo hanno percorso la via più contorta: anziché consentire la circolazione delle auto nei giorni corrispondenti, l’hanno vietata, per cui la confusione è massima. Sarebbe stato istintivo ricordarsi di circolare il 18 con le pari e il 19 con le dispari, invece si è fatto l’esatto opposto: vietato alle pari circolare il 18, vietato alle dispari il 19.
E inutile dire che nemmeno questo provvedimento è servito a niente. Napoli in questi giorni è un inferno dantesco, il traffico è paralizzato quasi dovunque, tutte le centraline ARPAC sforano paurosamente. E’ chiaro che questi problemi sono gravemente aggravati sia dalla chiusura al traffico di Via Partenope, che taglia in due la città lasciando solo le due strette corsie della Galleria Vittoria, con ripercussioni fino a Mergellina, e dall’aiuola maledetta di Via Arcoleo insieme al budello di Via Vannella Gaetani, che provocano un intasamento del traffico fino a Via Vespucci, chilometri e chilometri di code inestricabili.
Paradossale, in tutto ciò, la dichiarazione di de Magistris che afferma di aver dato incarico a Sodano di studiare provvedimenti stabili e definitivi da adottare in primavera, quando le giornate di chiusura completa al traffico verranno istituite con sempre maggiore progressività, invitando i cittadini ad andare a piedi o in bicicletta. Siamo veramente stufi di quest’atteggiamento dittatoriale che impone ai napoletani sacrifici insostenibili in cambio del nulla assoluto.
La città che lavora chiede ancora una volta con forza la riapertura di Via Partenope al traffico e l’eliminazione dell’aiuola maledetta fuori della Galleria Vittoria. Non interessano più riqualificazioni, ristoratori, ciclisti, eventi, capodanni e sentenze del TAR. Interessa soltanto che la città torni ad essere vivibile come ormai dal 26 marzo 2012 non è più. L’Amministrazione capirà presto che, di fronte alla sua ostinazione preconcetta e irragionevole, la città è pronta a scendere in piazza e a far sentire fermamente le sue ragioni, inascoltate finanche dinanzi a petizioni e proteste ormai quotidiane. Cittadinanza Attiva in difesa di Napoli ha il dovere di difendere le esigenze non certo di chi ambisce allo svago perenne, bensì di chi ha necessità di spostarsi senza impiegare intere ore ogni giorno e senza avvelenarsi nello smog. Non è questo il Sindaco che ha eletto a maggio 2011 per il suo programma elettorale.
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